regia LIVIO GALASSI

uno spettacolo di Tato Russo

La riscrittura originale di Tato del testo plautino conserva tutto il suo plebeismo, tutti i suoi caratteri di teatro popolare ma ne amplifica a tal punto l’efficacia e il divertimento da trasformarlo un capolavoro autentico dell’arte comica. 18 volte confessò d’averlo visto uno spettatore insaziabile. E insaziabili sono ogni anno le richieste degli spettatori di ripresa di questo spettacolo in cui un artista può consacrarsi attore specialissimo e dalle straordinarie capacità comunicative. Due ore di risate assicurate, un meccanismo comico perfetto, una grande prova per chi voglia essere osannato dalla critica e dal pubblico: un mostro composto di fatica e di follia creativa che è l’ideale per chi ha strumenti adeguati. Tato Russo ha puntato per la parte del protagonista su Francesco Paolantoni che “Mi è sembrato il mio naturale erede per far rivivere i due gemelli napoletani. Francesco deve la sua notorietà al cabaret televisivo ma resta comunque un attore di teatro dai grandi mezzi espressivi. Un ritorno al grande teatro con un testo così pieno di difficoltà interpretative è proprio quello che gli serve per far valere il suo talento.”

Lo affiancheranno altri nove attori, tutti di grande qualità artistica e spessore professionale.

NOTE DI LIVIO GALASSI – L’OPERA

L’azione è immaginata a Neapolis. Mosco, un mercante di Siracusa, aveva avuto due gemelli, Menecmo e Sosicle. Partito per un viaggio d’affari con il primo dei due, l’aveva poi smarrito al mercato di Paestum. Per la disperazione ribattezzerà il secondogenito Menecmo. Il primo Menecmo, dopo aver vissuto per anni a Capua, fattosi adulto, si muove alla ricerca della famiglia giungendo a Neapolis. È in questa vivace città che vive il secondo gemello il quale, benché sposato, si abbandona ad ogni forma di dissolutezza, potendo godere dei favori di una maitresse contornata da giovanissime libellule.

La presenza in città dei due gemelli darà luogo, come si può intuire, ad una serie di equivoci e di errori in cui la comicità esploderà in maniera prorompente.

Tato Russo, l’ irrefrenabile, incontenibile, generoso regista, autore e attore, innamorato della prosa come del musical, affidando le parti dei due gemelli ad un unico attore, ha sprofondato la vicenda in una Napoli antica e maledetta e attraverso l’utilizzo della multiformità della lingua napoletana ha dato alla piéce un gusto tipicamente partenopeo, laddove l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, il divertimento gioioso, raggiungendo il massimo vigore, danno clamore alla voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque banale intellettualismo, e ribadisce le fondamentali peculiarità dell’origine atellana dell’arte plautina, che nello stesso tempo rende più vicina alla metrica musicale del nostro tempo.